//CODEX HUMANITATIS
  • 057-CH003-Certificato 057-CH003_Il vagone volante
    IL VAGONE VOLANTE - CODEX HUMANITATIS CH003 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017    
    Note
    Vagone Volante era il nome con cui veniva definito in Italia il Fairchild C119G "Flyng Boxcar". E' stato il primo aereo da trasporto moderno in dotazione all'Aeronautica Militare che lo ha usato sino ai primi anni '70 nella 46 Brigata.
  • 053-CH002-Certificato 053-CH002_Ferrari 250 GTO
    FERRARI 250 GTO  - CODEX HUMANITATIS CH002 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017     Note: La Ferrari 250 GTO fu progettata da  Giotto Bizzarrini con lo scopo di vincere il campionato Mondiale Marche del 1962. Il regolamento della FIA richiedeva la costruzione di 100 vetture ma ne furono costruite solo 39 di cui 3 con motore da 4.000 cc. Enzo Ferrari eluse le regole mediante una numerazione non sequenziale dei telai prodotti. Fu venduta e affidata a piloti di alto livello, selezionati personalmente dallo stesso Ferrari, che con le loro vittorie la trasformarono in un mito. La Ferrari 250 GTO è considerata la vettura che meglio sintetizza la filosofia della casa di Maranello: prestazioni ed estetica ai massimi livelli. Come confermato nel 2014 durante un’asta a Monterey, California:  la Ferrari 250 GTO targata MO 80576 fu venduta a 28,44 milioni di euro!  
  • CH001-Certificato 052-CH001-Piaggio Ciao
    PIAGGIO CIAO CODEX HUMANITATIS CH001
    Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017     NOTE: “La mobilità individuale è stato il sogno dell’umanità per millenni.  I primi mezzi di locomozione meccanica hanno facilitato la possibilità di scoprire il mondo contribuendo allo sviluppo della società civile e al progredire delle arti.  Il Piaggio Ciao, rimasto in produzione per quaranta anni, ha contribuito all’emancipazione di generazioni di giovani e migliorato la vita a persone di ogni età.  Ho deciso di inaugurare la collezione Codex Humanitatis, dedicata alle macchine che hanno segnato nel bene e nel male la nostra storia, con questa provocazione perché i sogni dei bambini sono privi di dimensioni e non atterrano mai.” (A.K.)  

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