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AK-STAR Gallery: CODEX HUMANITATIS

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La nostra vita è il frutto di scelte che la storia dell’Umanità ci propone attraverso l’invenzione, la
costruzione e l’utilizzo di macchine straordinarie.
Molte di queste macchine…

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    ALFA ROMEO ALFETTA 158 - CODEX HUMANITATIS CH012 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017  
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    ALFA ROMEO GIULIA TZ  CODEX HUMANITATIS CH018 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017  
  • 072-CH009-Certificato 072-CH009 B-29 Enola gay
    BOEING B-29 ENOLA GAY - CODEX HUMANITATIS CH009 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017     Note  dell’Autore “Il bombardamento atomico di Hisroshima effettuato da un B-29 Superfortress denominato “Enola Gay” si pensava che avrebbe cancellato la guerra dalle usanze dell’umanità. Ma non è successo. L’umanità da quel tragico 6 agosto del 1945 ha continuato a fare guerre usando tecnologie sempre più sofisticate rese disponibili dalla ricerca scientifica. Il B-29 e il Progetto Manhattan sono comunque una testimonianza storica  del potenziale scientifico e industriale degli Stati Uniti durante la II Guerra Mondiale. Io però mi domando: ma perché il colonnello Paul Tibbets ha chiamato Enola Gay il suo B-29?  Con il nome della madre! Il bombardamento di Hiroshima uccise in un solo colpo 80 mila civili e altrettanti morirono in seguito tra sofferenze atroci per le radiazioni. Il B-29 del col. Tibbets e la bomba Little Boy cancellarono in pochi secondi un’intera città. Il colonnello Paul Tibbets si era preparato con scrupolo per quella missione e conosceva il potere devastante della bomba. La mia domanda senza risposta mi fa pensare che abbia comunque usato un modo macabro e terribile per tramandare alla Storia la propria madre!” (Antoine Khan)
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    BULLONE CON DADO - CODEX HUMANITATIS CH016 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017 Carta extra bianca 100% in cellulosa alfa senza acidi Canson Infinity Photo Lustre Premium RC da 310 g/m2. Dimensioni: stampa 420x300 mm – immagine 369X225 mm.
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    EQUAZIONE MASSA ENERGIA CODEX HUMANITATIS CH017 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017  
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    EUCLIDE IL QUADRATO CODEX HUMANITATIS CH015 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017    

    Note dell’Autore

    “Nella genesi di Codex Humanitatis  non ci sono soltanto “macchine” ma anche la conoscenza ancestrale che ha permesso di costruirle. Da qui nasce il mio interesse per il pensiero filosofico e la conseguente ricerca di una verità oggettiva e verificabile. La risultante di questa ricerca è il metodo scientifico che influenza la nostra vita in contrasto con la superstizione religiosa.   Non so se Euclide fosse considerato un filosofo o un matematico ma il risultato della sua ricerca è comunque fantastico. Ai suoi tempi strumenti per noi elementari come carta, penna, compasso e righello non si compravano in cartoleria! Non esistevano manuali a cui fare riferimento ma solo segni dispersi su papiri e pelli realizzati in unica copia. Non c’erano uffici postali, telefoni e internet eppure le informazioni giravano. Come e perché non lo sappiamo, ma giravano

    UN PASSATO SENZA TEMPO

    Esisteva una conoscenza antica tramandata da bocca a orecchio che codificata e raccolta è diventata la base della nostra civiltà. Euclide ha “immaginato” in una dimensione astratta  i concetti universali della geometria e la logica numerica che la governa. Trovo questo veramente straordinario perché le sue ricerche sono i fondamenti della scienza e della nostra vita quotidiana. Sono i misteriosi pilastri della nostra civiltà. Misteriosi perché in realtà non sappiamo nulla della vita di Euclide, del suo mondo e delle motivazioni delle sue ricerche. Siamo dei consumatori di alta tecnologia e allo stesso tempo ignoriamo il perché delle cose. Siamo piccole cellule di un passato senza tempo, in perenne cambiamento. ” (Antoine Khan)
  • 053-CH002-Certificato 053-CH002_Ferrari 250 GTO
    FERRARI 250 GTO  - CODEX HUMANITATIS CH002 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017     Note: La Ferrari 250 GTO fu progettata da  Giotto Bizzarrini con lo scopo di vincere il campionato Mondiale Marche del 1962. Il regolamento della FIA richiedeva la costruzione di 100 vetture ma ne furono costruite solo 39 di cui 3 con motore da 4.000 cc. Enzo Ferrari eluse le regole mediante una numerazione non sequenziale dei telai prodotti. Fu venduta e affidata a piloti di alto livello, selezionati personalmente dallo stesso Ferrari, che con le loro vittorie la trasformarono in un mito. La Ferrari 250 GTO è considerata la vettura che meglio sintetizza la filosofia della casa di Maranello: prestazioni ed estetica ai massimi livelli. Come confermato nel 2014 durante un’asta a Monterey, California:  la Ferrari 250 GTO targata MO 80576 fu venduta a 28,44 milioni di euro!  
  • 087-Ferrari 250 LM -Certificato 087-Ferrari 250 LM
    FERRARI 250 LM N.A.R.T. CODEX HUMANITATIS CH013 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017     Note: La Ferrari 250 LM, una GT stradale progettata dall’ingegnere Giotto Bizzarrini, fu presentata al Salone di Parigi del 1963 come erede della GTO. La  vettura era stata progettata per partecipare alle gare di durata nella categoria Gran Turismo nel Campionato del Mondo Sport Prototipi. LM era infatti l’abbreviazione di Le Mans. Costruita in 32 esemplari non ricevette l’omologazione nella Categoria GT;  la FIA richiedeva per l’omologazione la costruzione di almeno 100 vetture. Affidata a scuderie private fu costretta a correre nella categoria Prototipi contro vetture estreme realizzate per le corse. Alla 24 ore di Le Mans del 1965 due Ferrari 250 LM affidate a team privati ottennero però i primi due posti. La vettura vincitrice, pilotata da Masten Gregory e Jochen Rindt, apparteneva alla scuderia N.A.R.T. (North American Racing Team) del’importatore Ferrari negli USA  Luigi Chinetti. La 250 LM n.21 della N.A.R.T. fu l’ultima Ferrari a vincere la 24 Ore di Le Mans. Nel 2013 una Ferrari 250 LM è stata venduta ad un asta di New York a 10 milioni di euro.
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    FIAT C.R.42 FALCO CODEX HUMANITATIS CH007 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017    
    Note:
    Belmonte Sabina è un minuscolo paese montano nel entro terra laziale. Qui nel 1985 è nato Celestino Rosatelli, il progettista del C.R. 42 Falco, non ancora maggiorenne quando i fratelli Wright compirono il primo volo. Diventato ingegnere meccanico con il massimo dei voti è stato uno dei più abili ingegneri aeronautici del ventennio tra le due guerre. Il Fiat C.R. 42 Falco è probabilmente il miglior biplano da caccia della storia e fu esportato in molte nazioniper quanto superato già all'inizio del conflitto. È stato anche l’aereo italiano prodotto nel maggior numero di esemplari, circa 1800, all'8 settembre del 1943 c'erano ancora CR 42 in fase di costruzione! La sigla C.R. sta per Caccia Rosatelli.
  • 059-CH003-g55 bis_nodigimarc
    FIAT G. 55 - CODEX HUMANITATIS CH005 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017.  
  • 058-CH004-Certificato 058-CH004-Fiat nuova 500
    FIAT NUOVA 500 1957 - CODEX HUMANITATIS CH004 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017    
    Note:
    Nel 1953 Hans Peter Bauhof, un giovane impiegato della Deutsche-Fiat di Weinsberg inviò a Torino i disegni di una microvettura ispirata al celebre Maggiolino. Quel disegno fu la base su cui l'ingegnere Dante Giacosa progettò la Fiat 500, lanciata nel 1957 fu denominata Nuova 500 per distinguerla dalla Topolino. Denominata affettuosamente cinquino ha motorizzato le fasce meno abbienti della società italiana degli anni ’60. Il suo prezzo di acquisto, pagabile ratealmente,  era pari a circa 13 mensilità di un operaio ma il suo successo fu trasversale. Fu infatti un raro caso di istant-cult, ed il suo fascino persiste  ancora oggi, a sessanta anni dalla sua presentazione. Qualcuno l'acquistava perché non poteva permettersi altro ma veniva anche comprata da chi poteva permettersi tutto anche divertendosi a elaborarla e portarla in pista. Un grande soggetto per la nostra collezione Codex Humanitatis!
  • 057-CH003-Certificato 057-CH003_Il vagone volante
    IL VAGONE VOLANTE - CODEX HUMANITATIS CH003 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017    
    Note
    Vagone Volante era il nome con cui veniva definito in Italia il Fairchild C119G "Flyng Boxcar". E' stato il primo aereo da trasporto moderno in dotazione all'Aeronautica Militare che lo ha usato sino ai primi anni '70 nella 46 Brigata.
  • 068-CH008-Certificato 068-CH008_Macchi M.C.202 Folgore
    MACCHI M.C.202 FOLGORE - CODEX HUMANITATIS CH008 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017  

    Note  storiche

    Il Macchi M.C. 202 è stato il primo caccia di concezione moderna ad entrare in servizio nella Regia Aeronautica nel 1941. Progettato dall’ingegnere Mario Castoldi – identificato dalla  “C” della sigla – montava il 12 cilindri Daimler Benz DB601 da 1175 CV prodotto dall’Alfa Romeo su licenza. Derivava dal M.C.200 dotato di un motore radiale di grande sezione frontale,  l’uso di un motore V12 migliorò notevolmente l’aerodinamica della fusoliera. Costruito in circa 1200 esemplari era limitato dalla scarso armamento e soprattutto da un processo di costruzione semi artigianale che richiedeva maestranze specializzate. Per realizzare un esemplare erano necessarie circa 20 mila ore contro le 5 mila necessarie per costruire un Messerschmitt Me.109. Nel 1942 la disponibilità del motore Daimler Benz DB605 da 1.475 CV prodotto dalla Fiat generò la successiva e più performante versione denominata M.C.205.
  • 088-CH014-Certificato 088-CH014_Maserati Birdcage
    MASERATI TIPO 61 BIRDCAGE - CODEX HUMANITATIS CH014 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017     Note: La Maserati Tipo 61 del 1959 è considerata una delle più affascinanti e vittoriose macchine da corsa della storia. Venne denominata “Birdcage” perché il telaio era costituito da 200 metri di sottili tubi di acciaio al cromo molibdeno saldati in un intricato traliccio. Questa struttura, applicata anche ad altri modelli successivi, permetteva grande rigidità e la leggerezza necessaria per raggiungere elevate prestazioni. La vettura pesava 600 kg e con un 4 cilindri di 2900 cc che erogava 250 HP a 6800 giri poteva raggiungere i 280 kmh. Fu costruita in 16 esemplari tutti venduti negli USA, gestiti soprattutto dalla scuderia America Carmoradi (Casner Motor Racing Division). È stata portata alla vittoria, anche in Europa, da piloti come Stirling Moss, Dan Gurney, Masten Gregory e dallo stesso Lloyd Casner titolare della Carmoradi, Il valore attuale di una rarissima Maserati Tipo 61 Birdcage è superiore ai tre milioni di euro.
  • CH001-Certificato 052-CH001-Piaggio Ciao
    PIAGGIO CIAO CODEX HUMANITATIS CH001
    Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017     NOTE: “La mobilità individuale è stato il sogno dell’umanità per millenni.  I primi mezzi di locomozione meccanica hanno facilitato la possibilità di scoprire il mondo contribuendo allo sviluppo della società civile e al progredire delle arti.  Il Piaggio Ciao, rimasto in produzione per quaranta anni, ha contribuito all’emancipazione di generazioni di giovani e migliorato la vita a persone di ogni età.  Ho deciso di inaugurare la collezione Codex Humanitatis, dedicata alle macchine che hanno segnato nel bene e nel male la nostra storia, con questa provocazione perché i sogni dei bambini sono privi di dimensioni e non atterrano mai.” (A.K.)  
  • 060-CH006-Certificato 060-CH006 Reggiane re 2005 Sagittario
    REGGIANE Re. 2005 SAGITTARIO - CODEX HUMANITATIS CH006 Multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017.  

    Note storiche: REGGIANE Re. 2005 SAGITTARIO CODEX HUMANITATIS CH006 multiplo da un artwork di Antoine Khan – Edizione 2017.

    Il Reggiane Re.2005 costruito in una trentina di esemplari era probabilmente il caccia della serie “5” realizzato con i procedimenti industriali più moderni. I pochi esemplari prodotti  inseriti nella 362° Squadriglia del 22° Gruppo Autonomo Caccia Terrestre parteciparono nel 1943 alla difesa di Napoli dai bombardamenti americani. La squadriglia fu poi trasferita a Sigonella per contrastare lo sbarco alleato in Sicilia. Alcuni esemplari furono impiegati dopo l’8 settembre dalla Luftwaffe per la difesa dei pozzi di petrolio romeni e secondo alcuni anche per difendere Berlino. Il Re.2005 interessò anche la Svezia che già costruiva su licenza il motore Daimler Benz  DB605 lo stesso motore dei caccia italiani della serie “5”. Il Re.2005 era tecnicamente moderno, leggero, agile, potentemente armato e molto veloce: in affondata un esemplare raggiunse  la velocità certificata di 988 kmh! Non si è salvato nessun esemplare e la scarsa documentazione storica e industriale ne alimenta ancora oggi il mito.

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